venerdì 21 giugno 2013

Une petite salade pour une petit dejeuner

Si, quando ho letto il titolo della ricetta di giugno ho gioito nel poter finalmente sbizzarrirmi in qualcosa di estivo e fresco, di fantasioso, libero e leggero! Una insalata dal sapore retrò, un pò Belle Epoque, un pò riviera, un pò Parigi. Mi sono ispirata appunto ai grandi alberghi sul mare, alla loro atmosfera di fresca vetustà, leggermente austera, quell'atmosfera fatta di guanti bianchi e signore con il cappello.
Nella mia città, si da il caso, il 2013 è l'anno del centenario di uno di questi grandi alberghi, una vera icona del liberty lombardo. Hanno festeggiato riproponendo il grande ballo che si tenne per la sua inaugurazione e una serie di eventi molto carini tutti a tema liberty (se vi può interessare, sabato prossimo per le sale dell'albergo degustazione di vini "bicchiere al collo" per info www.palacento.it).
Questo per dire che immedesimarmi nella parte non è stato tanto difficile. Ho cercato di fare una seduta di meditazione zen in cui ho focalizzato su alcune immagini di grande ispirazione, per esempio quelle terrazze pavimentate di legno, a strapiombo sul mare in Costa Azzurra, la musica di Scandalo al Sole, gli ombrelloni a righe della Versilia (che sono gli stessi da 100 anni), quell'aura polverosa di cui sono coperti questi hotel costruiti in un'epoca in cui la villeggiatura era una cosa seria, durava mesi, vigevano i canoni dell'eleganza e dell'educazione. Chi, oggi come oggi, prenota un mese in un grande albergo al mare? E anche se decidesse di farlo, non troverebbe altro che bambini frignoni impropnibili code ai bouffet, gente che si sente autorizzata a stare nella sala ristorante in costume e infradito, gozzovigliamenti vari.
Io sono figlia di una mentalità retrò. A volte mi sento vecchissima se penso che ho fatto in tempo a farmi dire da mia madre frasi come "saliamo a cambiarci per la cena", una cosa che oggi le madri hanno sostituito con "togliti la maglietta per mangiare che se ti sporchi mi tocca lavarla".
Mi è capitato spesso di vacanzeggiare in questi posti, al Forte, per esempio o al GH di Rimini o al De Bains a Venezia, dove andava Mann e che ora è chiuso, intrappolato nelle radici che stanno crescendo intorno. Ecco, nonostante gli ambienti superchic, devo dire che ho sempre, costantemente, avuto l'impressione che avessero un non so chè di decadente. Sì, decadente è la parola esatta. Non sono mai riuscita a percepire quell'eleganza sottile, muta (come l'eleganza dovrebbe essere), velata ma assolutamente preponderante che dovrebbe essere rimasta incastrata nelle volute di quelle tende bianche e svolazzanti. Quelle tende ora sono gialle, sfibrate e costellate di buchi da bruciatura di sigaretta. I camerieri in livrea e guanti bianchi (quelli all'italiana dei film di Totò, per intenderci) sono stati sostituiti da lanciapiatti brufolosi con divise troppo grandi e macchiate che passano l'estate a maledire il giorno in cui hanno scelto la scuola alberghiera che li manda a fare stage estivi malretribuiti. I raffinati piatti à la carte sono stati sostituiti da crocchette surgelate ammucchiate alla meglio su un tavolone self service. Le signorine in abito bianco, ombrellino e cappello di paglia corteggiate da gentiluomini ora sono signore anziane che cenano da sole protraendo antiche abitudini oppure mamme isteriche che non riescono a dire no ai bambini che si affollano intorno al buffet coperti di sabbia o ancora adolescenti in pantaloncini girochiappa scortate da tamarri in erba dietro qualche cespuglio.
Sarò intransigente, sarò passè, ma questa ricetta mi ha fatto proprio pensare alla tristezza di quella polvere che copre tutto un mondo passato, che mai più tornerà, se non fosse che sta lentamente tornando di moda. E allora mi sono chiesta se il fatto che stiano tornando di moda i ruggenti anni '20 o i '40 o i '50 etc nei nostri look, potrà mai comportare un ruggente cambio delle nostre personalità verso una sobrietà e una educazione che abbiamo perso a livello ancestrale e culturale.
Per questo motivo ho deciso che per la mia ricetta, sarebbe stato protagonista il cestino del pane. Si, perchè è la prima cosa che il cameriere porta in tavola, ma il pane fatto in casa è anche il simbolo della massaia di una volta, quella mamma che riempie la casa del profumo di pane appena sfornato e di frutta fresca, in un periodo storico (di cui ho fatto in tempo a vedere l'ultimo scorcio attraverso la porta che si stava chiudendo) in cui la casalinga si chiamava appunto massaia, il supermercato non esisteva e i passeggini erano blu Inglesina.
Ma passiamo alla ricetta!
Allora per la mia Salade ho scelto una base di riccia (la mia preferita) contornata da fiorellini di zucchine e pomodorini ciliegini scottati e caramellati in padella, un piccolo violoncello di avocado ( che mi faceva molto esotico) e fragole che mi danno l'idea di estiva freschezza, fili di sedano per l'angolo pinzimonio con un bicchierino di emulsione di olio extravergine di oliva, aceto ai lamponi, fiore di sale di Trapani, pepe nero, e un cucchiaino di Elixir Borducan (un liquore alle erbe e arancia prodotto SOLO nel cafè Al Borducan, un meraviglioso cafè liberty a strapiombo sulla valle di Santa Maria del Monte dal cui terrazzo si vedono perfino le luci di Milano).  Prìncipi dell'insalata sono i due involtini di manzo, zucchina e pomodoro. La carne è semplicemente sfumata in padella su una crosta di sale grosso e sfumata con della birra (altro simbolo del liberty varesino, visto che abbiamo la famosissima Birreria Poretti). Ma la cosa più fantastica, permettetemi di dirlo, sono le uova a forma di cuore! Si, sono delle semplici uova sode, bollite per 10 minuti, sgusciate ancora calde, avvolte nella pellicola trasparente, inserite in un cartoncino piegato a libro con uno stecchino di traverso (vedi foto) e messe in frigo a raffreddare.
Come condimento ho fatto, oltre al bicchierino di pinzimonio, una semplice vinagrette con olio extravergine d'oliva, sale, pepe, aceto di mele e un cucchiaino e mezzo di senape di Dijone in grani. Nel cestino del pane troviamo due filoncini di pane nero ai 5 cereali, dei creacker integrali a forma di cuore con grani di sale grosso e (ma non so se le ho fotografate) delle focaccine fatte con la pasta della pizza.
L'insalata è stata consumata da me e dal mio ragazzo in contesto assolutamente a tema (vedi foto) e il suo parere è stato molto positivo, soprattutto sulla mia vinagrette che adora. Lui ha contribuito facendo il mojito con la menta che abbiamo appena piantato! hihihihi
Ed ora qualche foto:












Con questa ricetta partecipo all'MTC di giugno!
Ah ovviamente Ciliegia era sempre lì a guardare curiosa e a farmi compagnia:




4 commenti:

  1. ciao pizzico di zucchero,ma che bella presentazione...mi piace tutto di questa petite salade...è vero ci vorrebbe un ritorno al passato, dove forti erano i valori della vita, educazione...ma sopratutto forte era il rispetto per cio' che si amava. scriverei chilometri di pagine per parlare del tuo post, e di questa sensazione nostalgica del passato...ma credo che la tua insalata incarni tutto questo. davvero

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  2. adoro questa ricetta e, come sempre, adoro i tuoi post. Scrivi benissimo e -soprattutto- riesci a farmi ritrovare in ogni riga di quello che racconti. Anch'io ho una mentalità retrò- e più passa il tempo, più rimpiango le buone maniere di una volta, quell'attenzione alla forma che magari non coincideva di necessità con la sostanza, ma rappresentava comunque un segno di rispettoper certi valori e certi contenuti che oggi invece abbiamo buttato alle ortiche.
    qualcosa sta cambiando, perchè la crisi economica ci sta gioco forza riportando a mestieri antichi e all'arte del fare: ma da madre di diciottenne, la vedo dura. Però, non demordo, sia chiaro.. e continuo a drogarmi di commedie americane anni cinquanta, quelle in cui una cena al ristorante significava guaanti e cappellino e fiato sospeso, prima che il cameriere alzasse la cloche.
    L'insalata è un capolavoro: di consisntenz,e di equilibrio, di raffinatezza. Une delle mie preferite,in assoluto (e con 204 ricette, non era facile)
    Grazie ancora
    ale

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  3. Grazie a tutti, come ormai di consuetudine il poco tempo a disposizione mi porta a tardare nelle risposte e a trascurare questo povero blog... potrei andare avanti per ore a parlare di quanto è triste che si sia perso il fascino delle cose semplici, del bel (e buon) parlare, di come oggi come oggi non ci sia neppure il tempo di concentrarsi su quelle cose che ci farebbero crescere un pò di cultura in zucca (fossero anche leggere un buon libro o guardare un bel film). Io ci provo, a rendere tutto un pò migliore, un pò sopportabile, un pò piacevole. E so che non sarà il mio contributo a cambiare le cose, ma il mio mattoncino ce lo metto e provo a costruire qualcosa con le persone che mi circondano e che condividono con me l'idea che il mondo del futuro è nostro e abbiamo ancora il potere di modificarlo. Speriamo che i nostri figli abbiano la possibilità di vivere le esperienze di semplice educazione che abbiamo avuto il lusso di vivere noi, e che non si scontrino con il fondo del declino in cui stiamo precipitando. Per intanto vi ringrazio tantissimo, per i complimenti e per le visite! Io vi seguo silenziosa, vi spio quasi, ma sono sempre aggiornata! Baci, Franci

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